Bimbo di 9 anni annega nel tentativo di raggiungere gli Usa: il “buonista” e “accogliente” Biden sotto accusa

di Valeria Gelsi – La polizia di frontiera lo ha trovato privo di sensi, insieme a una donna del Guatemala e a suo figlio di 3 anni, che sono riusciti a salvare. Per il bambino messicano di 9 anni, non identificato, invece, non c’è stato nulla da fare. Il bimbo è morto mentre cercava di attraversare il Rio Grande, per entrare illegalmente negli Stati Uniti. La tragedia, avvenuta nella notte del 20 marzo, ma divulgata dalle autorità statunitensi solo ieri, alimenta la già furiosa polemica nei confronti del presidente Joe Biden, le cui aperture immigrazioniste hanno provocato un’impennata nei flussi migratori illegali verso gli Usa, con un notevole incremento proprio dei minori non accompagnati, senza che di contro abbia saputo mettere in campo risposte efficaci al fenomeno.

Lo choc per il bimbo morto nel Rio Grande

In prima fila a contestare l’inquilino della Casa Bianca ci sono proprio i democratici e gli attivisti pro migranti. In molti sottolineano, infatti, come a fronte delle promesse siano poi mancate le politiche di accoglienza. Con il risultato di un cortocircuito di cui a fare le spese sono gli stessi migranti e quelli più fragili in particolare. Secondo quanto riportato dal New York Times, a corredo della notizia del bimbo morto nel Rio Grande, in un solo mese il numero di famiglie intercettate dagli agenti di frontiera in quel tratto di confine sudoccidentale sono pressoché triplicati. Si è passati dalle 6.173 di gennaio alle 17.773.

Sistema dell’accoglienza al collasso

In generale, il sistema dell’accoglienza è al collasso, tanto che Biden si è dovuto piegare a diverse mosse che hanno smascherato l’inadeguatezza delle sue politiche, specie di fronte alle promesse sul tema. Fra le altre, a suscitare particolare scalpore sono state la riapertura di un centro per minori migranti, nato sotto l’amministrazione Trump e allora duramente criticato, e l’appello (o avvertimento) dello stesso presidente ai migranti a «rimanere a casa», giunto dopo i numerosi proclami su quanto invece gli Usa sotto la sua guida sarebbero stati accoglienti e umani.

Ci guadagnano solo i “coyote”, i trafficanti di uomini

Inevitabili le critiche sia da destra che da sinistra, dove le accuse a Biden sono tanto più forti quanto più forte è la delusione. Anche perché gli unici a guadagnarci davvero in questo folle cortocircuito tra promesse e aspettative deluse sono i trafficanti di uomini. «I messaggi confusi stanno creando questo caos. I coyote (il modo in cui negli Usa chiamano i trafficanti di uomini, ndr) lo sanno e dicono a chiunque che potrà entrare. Così la gente viene», ha spiegato al New York TimesJaime Diez, un avvocato texano specializzato in immigrazione. Gli stessi migranti confermano di aver preso la decisione di muoversi sulla base dei messaggi di Biden. «Seguivamo le notizie per vedere come evolveva la situazione negli Usa. Quando Biden ha vinto abbiamo deciso di metterci in cammino», ha raccontato Alberto Gomez, arrivato dall’Honduras, dando voce a molte altre storie simili.

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