È andata male all’assassino dei poliziotti di Trieste. Perizia: “Il dominicano era in grado di intendere e volere”
I suoi legali lo scorso mese avevano chiesto al Gip l’anticipo dell’udienza preliminare e della perizia psichiatrica a causa delle condizioni psichiche del Meran che – a loro dire – non sarebbe stato in grado di subire un processo ma avrebbe dovuto curarsi in un istituto deputato.
Questo, se fosse andato in porto, avrebbe comportato la scarcerazione del Meran con il conseguente ricovero in una Rems, senza che subisse il processo. Per i periti però, a processo può andarci e, nonostante sia stata riconosciuta la sua capacità di parteciparvi e la capacità di intendere e di volere al momento dei fatti commessi, i periti sottolineano di considerare la possibilità di oscillazioni delle sue condizioni psichiche. Dette condizioni, in vista di un peggioramento, potrebbero fare venire meno la capacità di stare in giudizio.
I periti riconoscono altresì la sua pericolosità sociale, stabilendo che Meran potrebbe uccidere ancora, “si trova in una condizione psicopatologica instabile e precaria complicata da variabili di carattere istituzionale che potrebbe esporlo al rischio di commettere atti contro le persone o le cose e contro il suo stesso interesse” scrivono gli esperti.
Meran che è detenuto nel carcere di Verona, dal 9 febbraio si trova in regime di Tso. A parere degli esperti, si rende urgente avviare un idoneo piano terapeutico e riabilitativo “in un contesto istituzionale da individuarsi con la massima attenzione tra quelli noti ed esistenti”, proprio per evitare che le sue condizioni psichiche degenerino tanto da inficiare la capacità di partecipare al processo che comunque il Meran si aspetta e di cui è pienamente consapevole.
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