Tragedia su TikTok, torna la tentazione di identificare tutti sui social. Resta una pessima idea. Ecco perché
È inutile perché non risolve il problema. È dannosa perché regala ai social network le identità certificate dei cittadini, oltretutto minorenni, e perché le vittime di abusi e bullismi non possono proteggersi con l’anonimato o creandosi un profilo nuovo separato da quello abusato.
Ed è una scemenza perché c’è sempre puntualmente qualcuno che la tira fuori ignorando tutte le obiezioni degli esperti, pensando di saperne più di loro e di essere il primo al mondo ad aver avuto la Grande Idea.
Scusate se non mi ripeto: mi è bastato lo scambio con una delle proponenti di questa scemenza, Sandra Zampa, sottosegretario alla Salute, che vedete qui accanto. Se è questo il tono della discussione, me ne tiro fuori subito.
Mi limito a ricordare che la stessa idea geniale era venuta a Luigi Marattin a novembre 2019 e al senatore Nazario Pagano a dicembre 2018, quindi neanche tanto tempo fa, e invito a leggere le spiegazioni degli esperti che avevo già raccolto in quelle due occasioni e che sono già intervenuti (Stefano Zanero) anche in questa.
Raccomandazione per politici: prima di aprir bocca sull’argomento, si prega di leggere e capire i suddetti spiegoni. Dopo averli letti, si prega di rileggerli e chiudere la bocca. Grazie.
La scemenza, fra l’altro, stavolta si arricchisce di una novità: Sandra Zampa propone un limite di legge per il possesso di uno smartphone. Gli scenari di un’applicazione pratica (e, si presume, retroattiva) di una legge del genere sono a dir poco demenziali. Come lo facciamo valere? Facciamo le ronde di polizia per sequestrare gli iPhone? Gli smartphone attualmente in circolazione fra i minori devono essere restituiti? E a chi?
E soprattutto, esattamente in che modo questi rimedi di facciata servirebbero a evitare altre tragedie?
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