Inchiodati alla poltrona e fanno la morale agli altri. Di Battista: “Mai più con Renzi, politicanti assetati di poltrone”

Di Ginevra Sorrentino – Di Battista contro Renzi. Con il caos agli sgoccioli, ultimatum di palazzo e repliche al vetriolo, il “terzo uomo” in campo per il Movimento ci va giù duro. E da eminenza grigia del M5S fuori di sé, attacca Renzi e i suoi a mano bassa. «Iv? Un manipolo di anti-italiani. Che squallore». E preoccupato dall’ipotesi che Renzi vada fino in fondo, e la spaccatura si faccia insanabile (o almeno “non di suo gradimento”), rincara la dose delle recriminazioni con un avvertimento “solenne”, forzatamente ecumenico riferito a un Movimento dilaniato da frondisti, defezioni e espulsioni: «Se Renzi apre la crisi, il M5S mai più al tavolo con meschini politicanti».

Crisi, Di Battista contro Renzi: «Lui e i suoi, manipolo di anti-italiani. Che squallore»

Di Battista contro Renzi, dunque. Preso dal sacro fuoco della polemica politica. E in preda al delirio leaderistico, il Dibba apre la sua pagina Facebook, commentando: «Da quando i cosiddetti renziani – ovvero un mediocre manipolo di politicanti assetati di potere e poltrone – hanno aperto, ovviamente solo sui giornali, la crisi di governo, sono morte, di Covid, 16570 persone». E rifacendosi, a sua volta, al drammatico tema dei decessi e allo psicodramma di una gestione dell’emergenza che fa acqua da tutte le parti, insiste: «16570 persone che oggi ricevono meno spazio delle dichiarazioni del mediocre manipolo. I morti si trasformano in fantasmi o, cosa ancor più indecente, in vessilli da sbandierare per volgari speculazioni politiche. “Sono morti tanti medici, prendiamo il Mes” dicono i renziani. Che squallore», chiosa il “Che dei no’antri”…

Contro Renzi su El Pais e sul Frankfurter Allgemeine Zeitung

Poi, non ancora pago, con risentimento covato dall’inizio dei tumulti in seno al governo, prosegue: «Lo scorso 11 dicembre, mentre il Presidente del Consiglio battagliava a Bruxelles per ottenere più denari per il nostro Paese, Renzi, pieno di livore e frustrazione, apriva, di fatto, sulle pagine di El Pais, la crisi di governo mediatica». E non ancora del tutto soddisfatto di fare del premier un cavaliere “senza macchia e senza peccato”, aggiunge pure: «Oggi, l’anti-italiano in questione, ha parlato al Frankfurter Allgemeine Zeitung infangando, ancora una volta, il Paese. Che, oltretutto, lo mantiene con denaro pubblico dal 2004».

Il “Che de noantri” contro le dichiarazioni de “l’oculato da Rignano”

E dimentico di amici e sodali che con Renzi condividono posti di governo e prebende, incalza nella sua invettiva, ricorrendo alle stesse parole del leader di Iv. «”Non sprecherò 200 miliardi di euro,” ha dichiarato l’oculato da Rignano. Traduzione? Quei 200 miliardi vanno gestiti dai soliti noti. Dalle lobbies di sistema. Non – ci tiene a sottolineare Dibba – da persone lontane da certi ambienti come gli esponenti del Movimento». Che poi, si vede costretto ad aggiungere, «criticabili per carità, ma perbene e rispettosi del denaro pubblico come nessun altro». Come se il Movimento di cui fa parte fosse un ente no profit di orsoline, filantropi e benefattori…

Dov’era tanto risentimento all’epoca delle “prove d’inciucio” tra Pd e M5S?

Già, il Movimento. Su cui Di Battista torna, postando: «Non so quel che farà o meno nelle prossime ore il manipolo di anti-italiani. Mi interessa quel che farà il Movimento. Ebbene io credo che se i renziani dovessero aprire una crisi di governo reale in piena pandemia, nessun esponente del Movimento dovrebbe mai più sedersi a un tavolo. Scambiare una parola, o prendere un caffè con questi meschini politicanti. Figuriamoci farci un altro governo insieme», chiosa Di Battista. Ma non era il manifesto dei grillini agli esordi? E che fine ha fatto quel, proposito? Dove sono finite quelle dichiarazioni d’intenti, quando Zingaretti e l’amico Di Maio si accomodavano a trattare su quello che la stampa, in maniera bipartisan, non ha esitato a definire, ormai due anni addietro, (era il 5 settembre 2019)  il governo giallorosso, nato dopo estenuanti «prove d’inciucio»? E arrivato alle ultime battute.

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