Crisi di governo, Conte va alla conta in aula: “Patto di legislatura, ma fuori Salvini e Meloni”

Da Affari Italiani – Giuseppe Conte si appresta alla conta in Aula per la fiducia, dopo la crisi di governo ufficialmente aperta da Matteo Renzi. Se alla Camera i numeri a suo favore ci sono, il problema sarà trovarli in Senato, dove al momento la maggioranza c’è ma solo relativa, si parla di circa 157 voti, quattro in meno di quella assoluta. Per questo il discorso che il premier – si legge sul Corriere della Sera – si appresta a fare, non sarà col dito puntato contro Renzi. Non userà toni da processo, non tratterà Matteo Renzi come un imputato.

E nell’aula di Montecitorio ammetterà di aver “fatto errori”, magari anche tanti, ma non tali da giustificare una crisi al buio e la caduta del governo, mentre arriva la terza ondata del virus. “C’è in gioco il Paese” è il filo conduttore del discorso di Conte. “Questo non sarà il migliore dei governi possibili, ma chi vi dice che un esecutivo tecnico farebbe meglio?». A tutti, salvo ai sovranisti di Salvini e Meloni, il Conte «federatore» offrirà un «patto di legislatura».

Qualche pietruzza dalle scarpe – prosegue il Corriere – Conte se la vuol togliere, ma non gli sembra il caso di riservare a Renzi lo stesso trattamento inflitto a Matteo Salvini il 20 agosto del 2019, dopo lo «schiaffo» del Papeete. Avrebbe una gran voglia di rinfacciare al senatore di Rignano il suo 2,4% nei sondaggi, ma forse si morderà la lingua. Indietro però non si torna, anche se Renzi dovesse prodursi nella ardimentosa retromarcia a cui Gianfranco Rotondi di Forza Italia spera di assistere: “Voterà la fiducia all’ultimo minuto di gioco, come Berlusconi con Letta”.

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