Anche tra i dem dubbi sulle censure, Alec Ross: “Dorsey e Zuckerberg poco saggi, dovevano dialogare con Trump”

Di Alec Ross non è certo un seguace di qAnon, un conservatore o un fan del Presidente Donald Trump. Anzi. Grande esperto di social media e comunicazione, è stato il consigliere all’innovazione di Hillary Clinton quando era Segretario di stato sotto la presidenza Obama e ha corso per i democratici per la carica di governatore del Maryland nel 2018.

Ora è in Italia e insegna presso la Bologna Business School e, intervistato dal quotidiano La Repubblica, ha detto la sua circa gli ultimi fatti che hanno sconvolto l’America e la censura delle piattaforme social ai danni di Donald Trump e dei suoi seguaci. A proposito della decisione dei magnati della Silicon Valley di censurare il tycoon, Alec Ross si è detto “sorpreso” perché per molti anni “i social network non hanno fatto nulla, non hanno alzato un dito. Sono passati direttamente dalla passività al bando“.

In buona sostanza: i giganti Big tech hanno colto la palla al balzo per liberarsi di The Donald solo perché ha perso le elezioni. Se avesse vinto, non avrebbero fatto pressoché nulla. L’hanno sicuramente potuto fare, spiega Ross, perché Trump “ha perso le elezioni” e aveva solo poche settimane a disposizione. “Se avesse vinto– afferma –e avesse comunque provocato una rivolta, non credo si sarebbero comportati alla stessa maniera i colossi del web. In parte è però anche frutto della pressione che queste compagnie ricevono dai loro stessi dipendenti e da una parte dei loro utenti negli Stati Uniti”.

E ora? Una riforma dei social media appare inevitabile ma come spiega Ross, i magnati della Silicon Valley “non ne hanno la capacità“. Infatti, Jack Dorsey e Mark Zuckerberg, rispettivamente Ceo di Twitter e Facebook, osserva sempre l’ex consigliere di Hillary Clinton, “sono due persone molto intelligenti ma non sono saggi: ingegneri poco sofisticati quando si tratta di politica e di società“. In questi anni, invece di fare la guerra al tycoon “avrebbero dovuto dialogare con Donald Trump e con tutti gli altri politici che gli somigliano, stabilendo anni fa regole molto chiare, confini che se superati avrebbero portato a conseguenze certe“. La prima cosa che dovrebbe accadere, afferma Ross, “è una revisione profonda del sistema gerarchico di queste multinazionali. Mark Zuckerberg, per esempio, ha troppo potere e ha già mostrato di non saperlo gestire“.

Alla luce anche degli ultimi eventi, il tema della riforma delle piattaforme social e della minaccia alla democrazia che esse costituiscono sta interessando numerosi esperti. Come riportato da InsideOver, anche secondo l’illustre studioso della democrazia liberale Francis Fukuyama occorre arginare il potere di Big Tech.

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