Udine, Studenti in Rivolta al Rettore: “Siamo adulti pensanti, il Green Pass è uno strumento discriminatorio!”

Da Byoblu – Alla cortese attenzione de

I docenti tutti; I ricercatori e i dottorandi; I componenti del Senato Accademico; Il Magnifico Rettore Roberto Pinton; Il Prorettore Angelo Montanari; Il personale tecnico e amministrativo; I responsabili delle Biblioteche di Dipartimento; Gli uscieri dell’Università degli Studi di Udine; e p.c. a; Tutti gli studenti dell’Università degli Studi di Udine e i loro rappresentanti; I giornalisti e gli organi di stampa

Siamo studenti dell’Università di Udine e vogliamo esprimere il nostro dissenso in merito alle misure adottate dalla nostra Università per la ripresa delle lezioni, lo svolgimento degli esami accademici e in generale le criticità emerse a seguito dell’adozione dello strumento di controllo denominato “Green Pass”. Riteniamo che questo provvedimento sia inefficace per la prevenzione della salute pubblica, divenendo piuttosto uno strumento discriminatorio che divide la società.

Con la presente ci poniamo anche l’obiettivo di contestare le motivazioni apportate dal Prorettore Angelo Montanari durante un colloquio avvenuto il giorno 8 settembre 2021. Vorremo inoltre esprimere la nostra amarezza per i tempi e i modi con cui questo colloquio è avvenuto: dopo svariati giorni dalla nostra richiesta, quando ormai le decisioni erano già state prese dall’Università e via Teams da parte del Pro Rettore anziché dal Rettore stesso.

In quell’occasione ci è stato detto che non sono giunte all’Università critiche circa le misure adottate per il ripristino delle lezioni in presenza. Confidiamo nella buona fede del Rettorato, del Prorettore e della Segreteria tutta nel non aver fatto caso alle due lettere protocollate e consegnate personalmente nelle quali esponevamo le stesse criticità qui riassunte, che si sono aggiunte alla precedente diffida a disapplicare il D.L. 111/2021 dell’avvocato Gottardis sottoscritta da studenti, docenti e personale amministrativo e rivolta direttamente al Rettore. Non manchiamo di ricordare il presidio seguito da corteo davanti al Rettorato il giorno 1 settembre 2021 nel quale era previsto l’incontro tra Rettore, Direttore generale e Governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga.

Il suddetto corteo è anche stato seguito e documentato da giornalisti ottenendo visibilità sugli apparati mediatici di televisione e stampa. Ci pare a questo punto quanto mai strano che la pasoliniana Italia del Palazzo e del potere non abbia sentito il clamor di popolo. Se non fosse ancora abbastanza evidente, ribadiamo la nostra ferma opposizione alle misure adottate dall’Università di Udine per la vincolata modalità di frequentazione delle lezioni in presenza e dello svolgimento degli esami accademici.

Mettiamo a conoscenza dell’Università di Udine che mercoledì 29 settembre si è tenuto un dibattito aperto a tutta la comunità organizzato da noi Studenti Contro il Green Pass intitolato “Esercitazioni di democrazia” e i cui relatori sono stati: Paolo Sceusa, presidente emerito di sezione della Corte di Cassazione e fondatore della scuola superiore di diritto e protezione dei minori, Paolo Gasparini, medico e ordinario di genetica medica presso l’Università degli studi di Trieste, David D’Agostini, avvocato cassazionista del Foro di Udine e docente di informatica all’Università degli studi di Udine, Antonella Riem, ordinaria di letteratura inglese e direttrice uscente del dipartimento di lingue e letterature straniere dell’Università degli studi di Udine. Lo scopo di questo incontro era quello di rendere evidente alla cittadinanza, ma soprattutto alle istituzioni, la situazione a cui noi studenti oggi siamo costretti, cioè di ritrovarci al di fuori del plesso universitario perché ci viene fisicamente impedito l’ingresso in esso negandoci così il nostro diritto allo studio.

Vista la mancata disponibilità dell’Università di Udine ad essere “aperta al dialogo e al confronto dei saperi”, le Esercitazioni di Democrazia si propongono perciò come luogo di incontro e confronto con la comunità.

A tale proposito invitiamo tutto il personale universitario alle Esercitazioni di Democrazia che avranno luogo nelle settimane a venire.

Ci rivolgiamo anche ai rappresentanti degli studenti e al Consiglio degli Studenti i quali non si sono mai confrontati in modo democratico con tutti noi studenti raccogliendo i nostri pareri sulle possibili modalità di ripresa delle lezioni, prima che queste venissero aprioristicamente e unilateralmente approvate. Alle nostre richieste e perplessità in merito all’adozione del green pass per accedere alle strutture universitarie, la seguente è stata l’unica “risposta” preconfezionata da voi esposta:

“Studentesse e studenti che per motivi di salute non possono vaccinarsi possono richiedere l’esonero al green pass e per questa categoria, nella nostra regione, sono previsti tamponi gratuiti in farmacia”.

È chiaro quindi a tutti come l’adozione del green pass non sia una misura sanitaria ma una manovra politica. Dalla vostra risposta si percepisce la vostra volontà di mettere alla gogna tutte quelle persone che hanno liberamente scelto di non sottoporsi ad una terapia sperimentale, le quali, non solo non vengono da voi prese in considerazione in fase di confronto, ma addirittura ignorate nelle loro legittime richieste e contestazioni, trattate come reiette da escludere dall’Università per aver operato una libera scelta, che peraltro è contemplata dalla legge. Facendo riferimento al nostro sito di Ateneo, ci permettiamo allora di ricordarvi le vostre funzioni:

“Il Consiglio degli Studenti è un organo collegiale di rappresentanza degli studenti ed è garante dell’autonoma partecipazione degli studenti all’organizzazione dell’ateneo.”

Ci è stato detto che le misure adottate dal nostro Istituto non sono discriminatorie né divisive. Ma come possiamo pensare che non lo siano quando coloro che hanno scelto a norma di legge di non vaccinarsi devono sostenere la spesa di tre tamponi settimanali per partecipare alle lezioni che vengono erogate esclusivamente in presenza per i soli esibitori del Green Pass?

Dire che si può scegliere quando una strada è asfaltata (per i vaccinati) mentre l’altra è dissestata (per i non vaccinati) non è una scelta libera, ma vincolata. Ci viene detto a tale proposito che se vogliamo entrare all’Università in modo gratuito possiamo farci il cosiddetto vaccino anti Sars-CoV2, ma non è discriminatoria una scelta di salute che si basa sulla considerazione economica di “ciò che mi conviene”? Gentile Prorettore Montanari, a noi pare che lei si contraddica da solo affermando prima, che secondo lei il “vaccino”, analizzando costi e benefici, le risulta essere la scelta migliore, dopo che non riesce a capacitarsi del fatto che ci sia gente che può vaccinarsi gratuitamente e non lo fa. Secondo lei quindi ci si deve sottoporre a tale trattamento per il benessere sanitario o per la convenienza economica?

Sostiene inoltre, signor Montanari, che noi giovani non possiamo essere individualisti e pensare solo a noi stessi, dobbiamo vaccinarci per le persone anziane e deboli che ci circondano. Le ricordiamo, gentile Professore, che, non essendo predisposto l’ambiente universitario ad educare gli studenti bensì ad istruirli, non compete né a lei né a questo Istituto la trasmissione di valori morali.

Veniamo trattati come bambini indisciplinati e non come adulti pensanti e in grado di argomentare in difesa del nostro legittimo diritto di scelta. Il suo tono paternalista tenuto durante il suddetto colloquio, signor Montanari, è stato totalmente inadeguato e ci ha fatto capire che da parte sua non c’è un’apertura per un ragionamento logico che prevedrebbe la possibilità di fruire delle lezioni per tutti nel rispetto delle scelte individuali. Ci lascia costernati comprendere che lei, uomo dotato di raziocinio, non accetti la logicità di trovare persone che optano per una scelta e altre che optano per un’altra essendoci questa possibilità costituzionale. Ognuno ha libertà di pensiero e se quello universitario sostiene che è giusto sbarrare la strada a coloro che prediligono liberamente una scelta, noi la contestiamo perché illegittima e anti democratica.

Come possiamo pensare che questa sia un’Università “libera da ignoranza e pregiudizi” e “inclusiva” quando discrimina socialmente ed economicamente una parte degli studenti per sottostare a leggi o simil leggi che non hanno nessun fondamento scientifico e che sono in contrasto con la Costituzione Italiana e con il Regolamento UE 953/2021, il quale espone chiaramente come sia “necessario evitare la discriminazione diretta o indiretta di persone che non sono state vaccinate” anche perché “hanno scelto di non essere vaccinate”?

Riportiamo parte della lettera scritta dal Professor Martelli e inviata al Dott. Paciolla:

“Ancor più grave è il supino ed acritico asservimento dei Rettori che dovrebbero rappresentare la guida della più alta Istituzione deputata a formare le classi dirigenti e produrre quella Ricerca e Conoscenza che, ancor più oggi, è il motore della crescita. Tutto questo ricorda purtroppo un passato non troppo lontano in cui quasi tutta l’Accademia firmò ed aderì ad un manifesto ed a leggi che non voglio neppure citare. Come è possibile che anche nel mondo accademico si sposi senza alcun criticismo l’opzione “vaccinarsi”, come un mantra, come se le parole, da sé stesse, avessero un potere dogmatico che impedisce qualunque riflessione, analisi di dati e informazioni non controllate dal Potere”.

Come possiamo pensare che la nostra sia un’Università “aperta al dialogo e al confronto dei saperi” quando ci vengono chiuse tutte le porte anche nel momento in cui cerchiamo di venire incontro all’Istituto con proposte quali la didattica a distanza? Non siamo studenti che preferiscono la didattica online, ma che ambiscono ad una didattica in presenza garantita allo stesso modo a tutti e senza discriminazioni. Il fatto di aver chiesto a questo

Istituto un compromesso che non rispetta comunque il nostro ideale di Università libera e aperta a tutti, ci fa solo onore.

Dovervi far presente tutto ciò, ci stupisce, ma è necessario, considerando anche la vostra ininterrotta lotta contro le discriminazioni portata avanti da anni all’interno dell’Ateneo. Ci sembra doveroso citare il dépliant informativo redatto da Francesco Bilotta e Anna Zilli e intitolato “Combattere le discriminazioni. Principi e regole per una società inclusiva” la cui “iniziativa è stata pensata dal progetto “Uniud Inclusiva” portato avanti dal Comitato Unico di Garanzia per le pari opportunità (CUG) dell’Ateneo, le cui azioni sono mirate a contribuire a diffondere la cultura del rispetto e delle pari opportunità, contro ogni discriminazione e violenza”. All’interno di tale dépliant sono enunciati diversi passi, come il seguente:

“Bisogna avere il coraggio dei diritti, vecchi o nuovi che siano. Non lasciarsi intimidire da chi ne denuncia l’inflazione, addirittura la prepotenza, la sfida ai valori costituiti. Viviamo un tempo di grande travaglio e difficoltà, che però non giustificano le inerzie.”

Vorremmo ricordare, Magnifico Rettore Roberto Pinton, le sue parole in merito a questo: “L’obiettivo è diffondere i valori fondamentali a cui la nostra Università si ispira: la lotta alle discriminazioni, le pari opportunità e l’inclusione. La Costituzione italiana all’art. 3 sancisce il principio di eguaglianza e su questo

dobbiamo costruire la nostra azione quotidiana, tramite la scienza e la conoscenza che contribuiscono a liberarci da pregiudizi e ignoranza. Un concetto che è anche lo slogan del nostro Ateneo”. Giustamente ha citato la nostra Costituzione, di cui ci preme ricordarle per esteso alcuni dei 12 principi fondamentali:

 Articolo 1: “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.”;

 Articolo 2: “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.”

 Articolo 3: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.

E` compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.”

 Articolo 4: “La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.

Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.”

 Articolo 9: “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica.

Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.”

E ancora:

 la prima parte dell’Articolo 30: “È dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli […].”;

 l’Articolo 32: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.”;

 parte dell’Articolo 33: “L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento. Le istituzioni di alta cultura, università ed accademie, hanno il diritto di darsi ordinamenti autonomi nei limiti stabiliti dalle leggi dello Stato.”

Vorremmo anche ricordare a questa Università la Magna Charta Universitatum del 1988, firmata da 388 Rettori di diverse università europee, i cui principi fondamentali 1 e 3 recitano: “L’università opera all’interno di società diversamente organizzate sulla base di diverse condizioni geografiche e storiche ed è un’istituzione autonoma che produce e trasmette criticamente la cultura mediante la ricerca e l’insegnamento. Per essere aperta alle necessità del mondo contemporaneo deve avere, nel suo sforzo di ricerca e d’insegnamento, indipendenza morale e scientifica nei confronti di ogni potere politico ed economico”; “Essendo la libertà d’insegnamento, di ricerca e di formazione il principio fondamentale di vita delle università, sia pubblici poteri sia le università devono garantire e promuovere, ciascuno nell’ambito delle proprie competenze, il rispetto di questa esigenza prioritaria. Nel rifiuto dell’intolleranza e nel dialogo permanente l’Università diviene pertanto luogo privilegiato d’incontro fra professori, che abbiano la capacità di trasmettere il sapere e i mezzi di farlo progredire attraverso la ricerca e l’innovazione, e studenti che abbiano il diritto, la volontà e la capacità di arricchirsene.”

Come possiamo pensare che questa università sia promotrice di equità, inclusione ed uguaglianza quando alla domanda “è giusto essere discriminati in base ad una scelta tutelata dalla Costituzione Italiana e dai Regolamenti UE?” le uniche risposte che siete in grado di fornire sono le seguenti: “noi stiamo solo eseguendo ordini che ci arrivano dall’alto”? In merito a queste affermazioni, tanto simili a quelle date dal gerarca nazista Eichmann durante il processo del 1961, vorremmo riproporvi un’altra affascinante citazione riportata sempre nel suddetto dépliant:

“Il contrasto delle discriminazioni va considerato un dovere di tutte e tutti: anche se non siamo le vittime di una discriminazione, la nostra sola tolleranza verso la discriminazione, di cui siamo testimoni, ci mette nella scomoda posizione di contribuire a legittimare socialmente quel meccanismo di esclusione che abbiamo visto in azione.”

Riprendiamo di nuovo le parole del professor Martelli:

“L’Università è, o dovrei dire era, il luogo deputato al pensiero libero, alla critica metodologica, alla Scienza con S maiuscola in cui si insegna che le teorie si dimostrano o si confutano sulla base di dati sperimentali e/o fattuali. Un supino accomodamento ad una norma, che, a detta degli stessi promotori politici, non ha alcun fondamento scientifico, ma semplicemente una “gentile“ modalità di convincimento dei cittadini a “vaccinarsi”.

Pare, inoltre, che l’Università non sia al corrente di prese di posizioni e azioni discriminatorie che avvengono al suo interno tra tutte le sue componenti, o meglio, è evidente che a questo Istituto pervengano solo alcune prese di posizione e affermazioni fatte da Docenti Uniud. Mettiamo allora a conoscenza l’intera Università dell’esistenza di frasi come “Io i non vaccinati li appenderei al muro” e ancora “I non vaccinati dovrebbero essere chiamati omicidi” pronunciate da Docenti dell’Università di Udine durante le lezioni e non solo. Gentile Rettore, non crede che anche in questo caso, come da lei sostenuto “gli studenti si aspettano di ascoltare la lezione” e non frasi discriminatorie nei loro confronti? O questo vale solo per quei Docenti che si esprimono contro la certificazione verde o contro i “vaccini” anti Sars-CoV2 pronunciando oltretutto un libero pensiero che non discrimina nessuno dei presenti in aula? A noi pare, gentile Rettore, che vengano dati due pesi e due misure in nome del sempre più predominante dogma “pensala come vuoi, purché la pensi come noi” che vige all’interno delle mura universitarie.

Durante il colloquio con il Prorettore, il Professor Mario Gregori aveva messo a conoscenza lo stesso Angelo Montanari di frasi discriminatorie nei confronti di coloro che non si sono sottoposti all’iniezione del siero sperimentale contro il Sars-CoV2. Essendo lei, signor Prorettore, un arduo promotore della non violenza, ci stupisce come non abbia voluto approfondire tali dichiarazioni e sottoporre ad eventuali provvedimenti disciplinari gli autori di tali frasi. Ci stupisce che lei non si renda conto che è l’Università stessa ad incitare alla paura e allo scontro sociale diffondendo odio e intolleranza tra gli studenti e i cittadini tutti. Attraverso l’utilizzo del lasciapassare verde, non si sta infatti risolvendo un problema di salute pubblica, quanto piuttosto si sta dividendo la società in due fazioni ciascuna tesa a difendere il proprio concetto di giustizia al di là della legge e della Costituzione che tutela, invece, la possibilità di scelta. Se è necessaria una tessera per entrare nelle scuole, nelle università, nelle palestre, nei ristoranti e nei bar, e se vengono nascosti e protetti certi contenuti mentre altri esaltati e ingigantiti, noi pensiamo, oggi più che mai, che la storia sia proprio ironica e beffarda: si ripete, ma la maggior parte degli esseri umani non se ne accorge.

Riprendendo la lettera degli studenti dell’Università di Bergamo, da aspiranti medici e infermieri ci interroghiamo su quanto sia tollerabile nel nome dell’emergenza sanitaria la graduale perdita della cura del paziente e del suo rispetto in quanto essere umano, al posto di una disperata ricerca nel prevenire qualsiasi male. Da aspiranti medici vorremmo che i nostri colleghi ricordassero San Massimiliano Kolbe, presbitero e francescano polacco proclamato santo nel 1982 da papa Giovanni Paolo II, il quale prendendo il posto di un padre di famiglia nel campo di concentramento di Auschwitz, morì dedicandosi totalmente agli altri.

“Questo è ciò che voglio fare nella mia vita… e Dio mi sia testimone, comunque decidiate oggi signori, guarderò ancora con fiducia il mio scopo: diventare il miglior medico che il mondo abbia mai visto.

Voi avete la facoltà di impedire che io mi laurei, potete impedirmi di ottenere il titolo, il camice bianco, ma non potete controllare il mio spirito, non potete impedirmi di apprendere, non potete impedirmi di studiare.

A voi la scelta: avermi come collega di lavoro, passionale, oppure avermi come voce fuori dal coro sincera e determinata, in entrambi i casi verrò forse considerato una spina, ma vi prometto una cosa: sarò una spina che non riuscirete a togliere.”

Patch Adams

Vogliamo, infine, appellarci agli studenti universitari tutti: siete studenti universitari e in quanto tali vi sproniamo a usare quel senso critico proprio di quell’istituzione di cui avete l’onore di fare parte.

“Le proporzioni gigantesche e planetarie del presente attacco all’Essere Umano, permettono di immaginare una proposta di svolta altrettanto gigantesca di tipo evolutivo.”

Paolo Sceusa

L'articolo Udine, studenti in rivolta al rettore: “Siamo adulti pensanti, il Green Pass è uno strumento discriminatorio!” proviene da Rassegne Italia.

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