L’allarme del Garante dei minori di Trento: “Bambini non vaccinati discriminati e bullizzati dai professori”

Di Miriam GualandiQuando un genitore lascia il proprio figlio a scuola dovrebbe poter essere sicuro di averlo lasciato in un ambiente sano, presidiato da adulti in grado di proteggere i ragazzi, soprattutto se minori, dalle insidie del bullismo dilagante.

Un genitore quando iscrive un figlio a scuola dovrebbe poter credere che, oltre che in famiglia, anche tra le mura scolastiche verranno insegnati i valori di uguaglianza e rispetto del prossimo. Nelle scuole e nelle università del 2021, invece, quelle dove per entrare serve il green pass e il vaccino, questi valori non sono più così scontati.

Ogni giorno riceviamo decine di mail da parte di genitori arrabbiati, delusi e spaventati dalla deriva della scuola italiana. Alcune di queste lettere le abbiamo anche pubblicate, rendendoci conto che quello degli insegnanti che discriminano gli alunni in base all’avvenuta vaccinazione, non è un fenomeno isolato.

Da Nord a Sud, dalle scuole medie alle scuole superiori, il copione si è ripetuto uguale ovunque: primi giorni di scuola, insegnanti che chiedono per alzata di mano chi fosse vaccinato. Come ci racconta questa mamma, che ci scrive dalla Campania:

Il 15 settembre ricevo un messaggio da mio figlio: “Mamma è successo proprio quello che avevi detto tu. I professori hanno fatto sondaggio per alzata di mano su chi fosse stato vaccinato e poi hanno voluto che alzasse le mani chi non lo fosse. Mamma… Mi dispiace io ho dovuto alzare la mano, loro continuavano a chiamare il mio cognome“.

E ancora, questo papà dalla Lombardia:

Mio figlio frequenta una scuola di Varese e solo al 1° giorno è stato discriminato per non avere il GP. Ben due professori hanno chiesto ai ragazzini per alzata di mano chi fosse vaccinato, per poi esordire con “peccato, adesso per colpa di questi 4 siamo costretti a tenere tutti la mascherina“.

Ancora più agghiacciante è quanto ci racconta questa mamma, che non specifica la regione da cui scrive:

Durante l’ora di religione il professore ha esordito classificando gli alunni non vaccinati come degli ignoranti che non sanno fare 2+2. Ha poi obbligato gli alunni non vaccinati a seguire la lezione dagli angoli della classe perché considerati pericolosi”.

Nella lettera, che trovate qui in versione integrale, la mamma ci dice che la scuola ha preso provvedimenti, ma si domanda se non succederà ancora. La sua è una domanda lecita. Viviamo tutti calati in un clima di odio e violenza, difficile da sopportare anche per gli adulti. Quanto è difficile per un minore che vive quella fase così complicata della vita che è l’adolescenza essere costretto a decidere da che parte stare? E’ una strategia sottile, che crea odio e disarmonia anche nelle case, l’ennesima silenziosa spinta verso la vaccinazione. Per quieto vivere. Per non essere discriminato. Per non essere messo all’angolo da un professore.

Se il lockdown e l’isolamento sociale hanno acuito il senso di solitudine dei giovani, questa nuova forma di bullismo regolamentata dalla legge tramite il green pass e perpetrata dalle istituzioni, rischia di avere un effetto devastante sugli uomini e le donne di domani. Fa specie che siano proprio gli educatori a farsi baluardo di questa deriva.

Ad accorgersi che qualcosa si sta inceppando nel sistema è anche il dott. Fabio Biasi, Garante dei diritti dei minori a Trento, che il 20 settembre scorso ha inviato una lettera a tutti i dirigenti scolastici della Provincia di Trento e per conoscenza al Dipartimento istruzione e cultura della Provincia e alla Sovrintendenza scolastica, esprimendo “viva preoccupazione” per le “numerose segnalazioni di genitori, con figli minori frequentanti istituti scolastici trentini” che denunciano  “pressioni più o meno esplicite nei confronti di studenti non vaccinati”. Il garante mette in evidenza il rischio cui vanno incontro i ragazzi, in molti casi giovanissimi e quasi sempre minorenni, non solo rispetto alla tutela della loro privacy ma anche alla non discriminazione tra alunni, in ragione delle scelte sanitarie adottate dalle rispettive famiglie.

Qualora ce ne fosse ancora bisogno ricordiamo, tramite le parole del Dott. Biasi che “ogni richiesta di conoscere lo stato vaccinale degli alunni è illegittima in quanto lesiva del diritto alla riservatezza di ogni persona e potenzialmente fonte di discriminazione o di trattamenti differenziati”.

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