“I No-Vax sono fascisti”, il delirio di Pierluigi Bersani: “Contro di loro applicare la legge Mancino”. L'ultima sparata !

Di Alessandro Della Guglia – Roma, 15 set – “I no vax? Molti sono fascisti. Li definisco ‘No vax, sì Dux’. Stanno facendo un’operazione politica e sono fascisti. Punto. Il ministero degli Interni forse potrebbe considerare un po’ meglio l’applicazione della legge Mancino”. L’ultima sparata di Pier Luigi Bersani, ospite di Floris a Dimartedì, è da brividi e dunque non fa ridere.

Ed è un peccato perché tutto sommato vien quasi nostalgia dell’ex segretario Pd in versione Noè, quello alle prese con giaguari e tacchini, magistralmente imitato da Maurizio Crozza. Allora le dichiarazioni di Bersani riuscivano sovente a strappare sorrisi, seppur a denti stretti, anche a chi non ne condivideva il messaggio.

Così Bersani rispolvera la legge Mancino: per i no vax

D’altronde, il messaggio, era spesso talmente criptico da prestarsi facilmente alla mera ironia. Ora però l’ex comunista padre delle liberalizzazioni (mai dubitare delle antinomie) sveste i panni del burlone e tenta di strizzare l’occhio a quel barlume di elettorato rimastogli vicino. Lo fa così, evocando una legge liberticida da applicare a suo avviso alla gran parte dei refrattari ai vaccini.

Perché a suo avviso sono “fascisti” e in quanto tali per lui da mettere al bando. Potremmo facilmente far notare a Bersani che c’è un cospicuo novero di “no vax” intento a dare del fascista al governo che impone green pass e restrizioni anti Covid. Osservazione però che temiamo sia del tutto inutile, visto che la gara dell’idiozia certa sinistra punta a vincerla a mani basse.

“Qualcuno ha paura”

Sta di fatto che il deputato di LeU (sì, pare che tal partito esista sempre) tenta poi di non collocare proprio tutti i contestatori nell’alveo del fascismo. “C’è anche tutta la fascia più intellettuale degli scettici, che descrivono la questione della libertà. E infine c’è semplicemente gente che ha paura dei vaccini”, dice Bersani. Infine il mirabolante racconto di un casuale incontro, senz’altro vero ma talmente suggestivo da sembrare l’attacco di un romanzo noir.

“A Roma, mentre camminavo, mi venne incontro animosamente un signore che mi disse: ‘Ti sia chiaro che io non mi vaccino’. Gli risposi: ‘E io non chiamo l’ambulanza. Ciao’. E alla fine ci siamo dati una pacca sulla spalla”. Dalla legge Mancino alle pacche sulle spalle è un attimo.

Alessandro Della Guglia

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