Rischiamo di importare terroristi camuffati da profughi: allarme sicurezza in Europa, si muovono gli 007 italiani

Chi non ce l’ha fatta a salire sugli ultimi aerei della coalizione a Kabul tenta la fuga disperata a piedi. Migliaia di afghani, intere famiglie, donne e bambini, ora premono alle frontiere dei Paesi limitrofi, soprattutto del Pakistan. Che ora lancia l’allarme: «È un flusso senza precedenti», quello transitato negli ultimi giorni dal valico di Spin Boldak-Chaman, l’unico rimasto aperto.

Ma nel Paese martoriato dai talebani e da Isis, si troverebbero ancora circa 300mila afghani che hanno collaborato con le forze occidentali e che sono a rischio. E secondo l’Onu l’esodo drammatico dall’Emirato islamico è appena iniziato.

Le Nazioni Unite stimano in circa 515mila le persone in fuga dall’Afghanistan entro la fine dell’anno. Si tratta comunque dello «scenario peggiore». Ma l’appello alla comunità internazionale per prevenire una crisi umanitaria è di sostenere quei Paesi confinanti che hanno già accolto in questi anni 5,2 milioni di profughi afghani, Pakistan e in Iran, e che potrebbero di non reggere all’improvvisa pressione. «Le immagini ai confini con il Pakistan destano molta preoccupazione – ha detto anche il ministro degli Esteri Luigi Di Maio – siamo già in contatto per aiutarli a gestire i flussi migratori».

E se i vari Stati occidentali hanno fornito i numeri dei rifugiati che sono pronti ad accogliere – Gran Bretagna e Canada hanno promesso di reinsediare 20 mila persone ciascuno – l’Unione europea non ha ancora dato cifre. Teme di trovarsi di fronte a una nuova emergenza come quella del 2015 e punta sul finanziamento ai Paesi della regione, su tutti Pakistan, Tagikistan e Iran per accogliere gli sfollati. Perché coloro che hanno collaborato con le forze Nato e che sono stati evacuati sono solo una minima parte di chi ora cerca un futuro fuori dal Paese. In attesa di capire gli scenari, nella bozza della riunione straordinaria dei ministri dell’Interno di martedì non ci sono ancora numeri dei rifugiati afghani da accogliere. Anche, citano alcune fonti, per non creare un fattore di attrazione verso i confini esterni dell’Unione. Che intanto si blindano. Fino a settecento soldati dell’esercito bulgaro sono pronti per essere schierati lungo i confini con Turchia e Grecia, fa sapere il governo di Sofia. E il presidente della Turchia Erdogan parla di 300 mila afghani che potrebbero arrivare sul territorio: «Siamo il Paese più vicino all’ondata migratoria».

I controlli sono intensi e capillari su chi arriva anche per i timori di infiltrazioni. Martedì il ministro della Difesa Lorenzo Guerini sarà ascoltato dal Copasir sulla «gravissima situazione in Afghanistan e sulle sue conseguenze per la nostra sicurezza nazionale», in particolare sui potenziali rischi tra i flussi di migranti in fuga. «Il rischio è altissimo. Non tra coloro che hanno collaborato con le varie forze alleate presenti su quel territorio, ma tra gli ingressi di immigrati irregolari, per esempio tramite la rotta balcanica», denuncia il governatore del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga.

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