La lezione della Polonia: il diritto e la Costituzione nazionale è superiore a quella della UE. Crolla la struttura dell’Unione
Di Leoniero Dertona – Il tribunale costituzionale di Varsavia ha stabilito mercoledì che le sentenze esecutive della Corte suprema dell’UE su questioni giudiziarie se non compatibili con la legge polacca non sono applicabili in Polonia. La decisione arriva nel momento in cui la Corte di giustizia dell’UE ha ordinato alla Polonia di “sospendere immediatamente” un punto chiave delle sue contestate riforme giudiziarie.
Il verdetto non mette immediatamente in pericolo la capacità della Polonia di ricevere miliardi di euro in aiuti dall’UE ogni anno, ma si aggiunge alle preoccupazioni che potrebbero portare a tentativi di frenare tali trasferimenti. Nello stesso tempo l’appoggio della Polonia il Green Deal avviene solo in funzione delle somme ricevute per la cosiddetta “Transizione ecologica”.
Il problema posto dalla Polonia è fondante: fino a che punto può giungere una direttiva o una decisione della Corte di Giustizia della UE, quando questa entra in conflitto con i diritti fondamentali, stabiliti in modo democratico e spesso dopo dure lotte sociali, fissati nella Carta Costituzionale delle singole nazioni. Ci sono paesi, come quelli che ancora ricordano la dittatura comunista, che non sono disposti a mettere in soffitta libertà ed obiettivi sociali costituzionali come ha permesso di fare la Corte Costituzionale italiana.
Il fatto che il TFUE , il trattato europeo, sia non una carta di valori, ma solo uno strumento burocratico, fa si che a Bruxelles i valori costituzionali nazionali non vegano considerati, anzi siano ancillari ai desiderata della Commissione di turno, come vedrete avverrà con quel gran pasticcio regressivo del Green Deal.
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