Pio e Amedeo non si piegano: “Non ci scusiamo! Siamo contro il pensiero unico che vogliono imporci

Di Cristina Gauri – Roma, 5 mag — Pio e Amedeo non si scusano per il loro monologo contro il politicamente corretto andato in onda alcuni giorni fa su Canale 5 nel corso della trasmissione Felicissima SeraL’esibizione del duo pugliese, carica di «parole vietate» come «neg*o» e «fro*io» — che beninteso noi censuriamo solo per evitare penalizzazioni da parte dei motori di ricerca —  aveva causato gli ululati del solito fronte sinistroide-pro Lgbt-immigrazionista che aveva chiesto all’unanimità le teste dei due comici, invocando sanzioni, sospensioni, approvazioni di leggi liberticide e tutto il corredo di forconi calvinisti versione XXI secolo.

Pio e Amedeo non fanno dietrofront

Dopo alcuni giorni di silenzio (loro) in mezzo alla bufera, Pio e Amedeo hanno deciso di rispondere. Ma non è andata esattamente come si aspettava la polizei politicamente corretta. Niente ginocchia sui ceci, nessuna ammissione di colpevolezza: il duo ha fermamente ribadito il concetto contenuto nel monologo. «Qualcuno forse da questo post si aspetta delle scuse e lo avvisiamo subito che rimarrà deluso. Pensiamo che moltissime persone che hanno attaccato il nostro monologo non l’abbiano nemmeno visto per intero e che tanti lo abbiano guardato già prevenuti. Bene, ci rivolgiamo a loro, a “voi”. Non fate finta di non capire quello che abbiamo detto perché “vi” fa comodo trasformarlo nella solita querelle politica da quattro soldi. La politica non ci appartiene. La politica ci omaggia di spunti e personaggi senza distinzioni di partiti per fare quello che vogliamo fare, satira, come abbiamo sempre fatto».

Si può essere persone terribili anche usando termini “corretti”

Pio e Amedeo continuano insistendo sulla differenza tra le parole e le intenzioni. «Le persone cattive purtroppo possono fare anche a meno dei “vostri” divieti linguistici. Le parole hanno la loro importanza! Eccome se ce l’hanno… ma non sono nulla in confronto all’intenzione! È logica: “Le parole non valgono quanto l’intenzione!” Questo abbiamo detto! Si può fare schifo anche usando solo termini “politicamente corretti”». 

Stop all’ipocrisia

Pio e Amedeo proseguono operando un altro distinguo: stavolta, tra le categorie e le persone. «La più grande sciocchezza che abbiamo sentito volete sapere quale pensiamo sia? Che bisogna appartenere a una comunità per capirne le debolezze, che bisogna aver sofferto per capire. Ma noi stiamo parlando di affrontare un problema che non riguarda la “comunità”, bensì chi la denigra , la offende e la osteggia. Sono i cretini il problema, non la comunità…per risolvere il problema non bisogna essere della “comunità” ma conoscerne gli “aguzzini”, gli ignoranti intorno. Esistono le persone, non le categorie». E concludono con un messaggio contro il pensiero unico: «Educhiamo anche la testa e non solo il linguaggio! Per chiudere sappiate che noi abbiamo appena cominciato la nostra battaglia ai luoghi comuni e all’ipocrisia. Il nostro obiettivo è sempre e sempre sarà quello di scardinare questa opinione unica che vogliono imporci!».

Cristina Gauri

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