Proprio per questo, ora ci possiamo permettere di fare confronti, di guardare e analizzare ciò che gli altri paesi hanno fatto davanti a questa emergenza mondiale.
Da un lato ci sono i paesi dell’Est e del Nord Europa e, soprattutto, le democrazie dell’Estremo Oriente che hanno evitato l’utilizzo di lockdown generalizzati, puntando su confinamenti limitati e, in generale, sulla messa in protezione delle categorie più a rischio.
Dall’altro lato ci sono paesi, soprattutto del mondo latino e anglosassone, che hanno usato come arma principale i lockdown generalizzati su tutta la popolazione.
I paesi che hanno adottato le misure più restrittive tra lockdown e mascherine all’aperto (Italia, Argentina, UK e Francia) sono quelli in cui è avvenuto il maggior numero di decessi e che hanno anche pagato e pagheranno il prezzo più alto in termini di recessione economica.
Ma come può un lockdown generalizzato causare più morti in una pandemia rispetto a misure meno restrittive?
La spiegazione è quella fornita più volte da Anders Tegnell in Svezia e dagli epidemiologi di Taiwan, Giappone e Corea Del Sud e il motivo è abbastanza semplice (una nozione base per chi studia epidemiologia): se un virus risulta letale solo su una parte della popolazione ( in questo caso su persone molto anziane affette da malattie pregresse) allora più circola il virus tra le persone non a rischio e più si crea un’ immunità di gruppo in grado di proteggere le persone più a rischio!
Se invece si rallenta in modo indiscriminato la circolazione del virus, aumenta la probabilità che tra chi viene contagiato ci sia chi risulta più a rischio di perdere la vita...Continua su Articolo Originale...
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