I PROBLEMI DA SINDROME POST COVID

 


Spossatezza, affanno, perdita dell’olfatto o del gusto, confusione mentale, problemi di memoria: sono sempre più numerosi i pazienti COVID-19 che, una volta guariti, accusano sintomi importanti che si protraggono anche per mesi.

 La varietà e variabilità di questi disturbi, legati solo in parte alla severità con cui si era manifestata la malattia, dipinge il quadro di una vera e propria sindrome.

Erano passati appena un paio di mesi dall’inizio della pandemia quando nei gruppi di supporto online i pazienti hanno cominciato a descrivere il fenomeno. In alcuni reparti di pronto soccorso, dicevano, i sintomi che riferivano venivano in larga parte ignoratio almeno presi sottogamba – dagli operatori sanitari. I pazienti sentivano di non essere ascoltati, o addirittura di non essere creduti.

Il tema comune degli interventi era molto semplice. Ciascuno dei pazienti si era ammalato di COVID-19 e, si presumeva, ne era guarito, ma ognuno di loro aveva ancora a che fare con sintomi della malattia, magari vaghi o aspecifici, che semplicemente non si decidevano ad andar via. Medici e infermieri, già in difficoltà nell’affrontare i casi emergenti dell’infezione virale, restavano perplessi, e spesso cercavano altre e meno preoccupanti spiegazioni per ciò che si sentivano dire.

Adesso abbiamo un nome per questo problema; ma la verità è che dire "sindrome post-COVID" (o, in inglese, long-haul COVID o semplicemente long-COVID) è solo un primissimo passo verso una vera descrizione delle sofferenze che stanno colpendo i pazienti in seguito a COVID. Di tutti gli aspetti del virus che abbiamo affrontato nel 2020, questo potrebbe essere alla fine il più difficile da riconoscere, e ancor più da combattere.

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